Progetto RiMind

Il progetto RiMind RiLavorare, RiStudiare, RiPartire vuole contribuire al recupero dei giovani che non studiano, non lavorano, ma sono anche molto più infelici dei loro coetanei. E’ questa la condizione dei cosiddetti Neet (l’acronimo sta per Not Engaged in Education, Employment or Training), che hanno raggiunto quota 2,4 milioni, pari al 26 % dei giovani tra i 15 e i 29 anni (erano il 19% nel 2007: solo Bulgaria e Grecia presentano valori peggiori dei nostri).

Un esercito di giovani che rischia ormai la marginalizzazione cronica, caratterizzata non solo da deprivazione materiale e carenza di prospettive ma anche di depressione psicologica e disagio emotivo.

I nuovi dati del Rapporto Giovani, la grande indagine curata dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, esplorano la preoccupante condizione di questa fascia di giovani anche in relazione ai loro coetanei. La maggior parte dei Neet intervistati è celibe/nubile, ma esiste anche una quota rilevante di coniugati (quasi uno/a su cinque). La distribuzione rispetto al sesso evidenzia una generale prevalenza femminile. Spesso tra i Neet vi è un’alta percentuale di donne che escono dal mondo del lavoro e dallo studio per accudire i propri figli.

Crediamo che aiutare questa parte importante della gioventù italiana riporti a loro un senso di fiducia in se stessi e negli altri visto che hanno una bassissima opinione nelle istituzioni, in particolare delle istituzioni politiche.

PARLANO DEL PROGETTO RIMIND:

Avvenire 20/1/2023

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